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Adriano Gilardone
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L'indice di dipendenza e il peso delle pensioni

Ultima modifica (6 Aprile 2025)
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Postato il 24 Marzo 2025
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Le variabili demografiche, come l’invecchiamento della popolazione, e le crescenti pressioni sul sistema previdenziale influenzano la sostenibilità a lungo termine delle pensioni. 

Sono Adriano Gilardone, statistico specializzato in demografia e in questo articolo ti parlo di uno degli strumenti più utili per analizzare queste dinamiche: l'indice di dipendenza

Che cos'è l'indice di dipendenza e perché è importante?

L'indice di dipendenza è una misura utilizzata in demografia, che ci permette di capire il rapporto tra la popolazione non attiva (bambini e anziani) e la popolazione attiva (individui in età lavorativa).

In pratica, ci fornisce una chiara indicazione del carico economico che la popolazione attiva deve sostenere per mantenere quella non attiva.

Questo indice si calcola dividendo il numero di persone non attive per il numero di persone attive e moltiplicando il risultato per 100.

Ad esempio, se in una popolazione ci sono 50 persone non attive e 100 persone attive, l'indice di dipendenza sarà di 50. Questo significa che per ogni 100 persone che lavorano, ci sono 50 persone che dipendono economicamente da loro.

Nell'esempio che ti ho fatto ho usato dei numeri ipotetici per semplificare il concetto, ma ora ti mostro la situazione attuale in Italia.

Il primo grafico riguarda l'andamento dell'indice di dipendenza dei cittadini italiani dal 2002 al 2023

indice di dipendenza

Il secondo grafico invece riguarda l'indice di dipendenza per i cittadini stranieri presenti in Italia sempre nello stesso periodo.

indice di dipendenza

La tabella sotto invece è il riepilogo totale

indice di dipendenza

Un alto valore dell’indice di dipendenza indica una maggiore pressione economica sulle persone in età lavorativa, che devono sostenere un numero crescente di individui non attivi. 

Questo scenario può mettere a rischio la sostenibilità del sistema pensionistico, poiché meno persone contribuiscono a pagare le pensioni rispetto a quante ne usufruiscono.

Che poi è quello che sta succedendo in Italia e in altri Paesi sviluppati. Come ho spiegato anche nell’articolo dove parlo della piramide dell’età, la popolazione di questi Stati tende a invecchiare sempre di più mentre si fanno sempre meno figli.

Monitorare e comprendere l'indice di dipendenza permette di prevedere e affrontare le sfide future. Se conosciamo l’andamento demografico della società, possiamo pianificare politiche previdenziali e sociali in grado di garantire un equilibrio tra contributi e benefici. O almeno dovremmo.

L'impatto dell'aumento dell'indice di dipendenza sulle pensioni

L'aumento dell'indice di dipendenza ha un impatto significativo sulle pensioni e sulla sostenibilità del sistema previdenziale. 

Ti ho detto che quando l'indice di dipendenza cresce, significa che ci sono più persone non attive, come anziani e giovani, rispetto alla popolazione attiva, ossia coloro che lavorano e pagano le tasse. Questo squilibrio comporta diverse conseguenze rilevanti.

Innanzitutto, una maggiore pressione finanziaria grava sul sistema pensionistico. Con un numero crescente di pensionati e una base di contribuenti in diminuzione, i fondi necessari per pagare le pensioni aumentano. 

Questo può portare a deficit nei bilanci previdenziali, rendendo difficile garantire le pensioni future senza interventi correttivi.

Un alto indice di dipendenza può inoltre rallentare la crescita economica. Con meno persone in età lavorativa, la produttività e l'innovazione possono risentirne. 

La maggiore spesa pubblica necessaria per sostenere le pensioni può ridurre gli investimenti in altri settori come l'istruzione e le infrastrutture, compromettendo così lo sviluppo futuro

Inoltre, l'aumento dell'indice di dipendenza può esacerbare le disuguaglianze sociali. Le persone con redditi più bassi o carriere lavorative discontinue potrebbero essere più vulnerabili ai cambiamenti nelle politiche pensionistiche. 

Previsioni futuristiche: come cambierà l'indice nei prossimi anni

Le previsioni sull'andamento dell'indice di dipendenza nei prossimi anni sono strettamente legate ai cambiamenti demografici che molti paesi stanno già vivendo. 

Con l'invecchiamento della popolazione, l'indice di dipendenza è destinato a crescere ulteriormente, evidenziando un aumento della percentuale di anziani rispetto alla popolazione in età lavorativa. 

Questo fenomeno è particolarmente pronunciato nei Paesi sviluppati, dove i tassi di natalità sono bassi e l'aspettativa di vita è in costante aumento.

Gli esperti prevedono che entro i prossimi decenni, molti Paesi vedranno un significativo incremento del numero di pensionati, mentre la forza lavoro subirà una diminuzione relativa. Questo cambiamento demografico comporterà un aumento della pressione sui sistemi previdenziali e potrebbe richiedere riforme strutturali per mantenere la sostenibilità delle pensioni.

Come sai, l’Italia non è esente da questa previsione.

L’immigrazione di massa per mitigare gli effetti dell'aumento dell'indice

Abbiamo detto più volte che l’indice di dipendenza in crescita è dovuto, tra le altre cause, anche all’abbassamento dell’indice di fecondità.

Si potrebbe allora pensare di risolvere la situazione attraverso politiche a favore dell’immigrazione.

Attraverso politiche migratorie mirate, è possibile incrementare la popolazione attiva, compensando la diminuzione della forza lavoro. 

Giovani lavoratori immigrati possono contribuire non solo a mantenere, ma anche a rafforzare il sistema previdenziale, poiché aumentano il numero di contribuenti rispetto ai beneficiari delle pensioni.

Eppure, questa soluzione non è priva di complessità.

Pensiamo a un contesto italiano.

La dottoressa Farina Patrizia, docente del dipartimento di Sociologia e ricerca sociale dell’Università di Milano-Bicocca, spiega molto bene queste difficoltà nell’intervista che abbiamo fatto insieme. 

Puoi trovare il suo intervento al minuto 23:42.

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Se si cercasse di contenere l’invecchiamento, il saldo migratorio annuo dovrebbe variare tra i 500 mila e 1 milioni e mezzo di individui all’anno.

Al di là delle difficoltà che comporta attrarre flussi migratori di tale portata, va fatta una precisazione. È vero che nei successivi 30 anni la popolazione aumenterebbe del 50%, ma i tassi di dipendenza rimarrebbero comunque contenuti.

Questo tipo di soluzione non solo risulta efficace e rischia di diventare anche dannosa.

I flussi migratori devono essere regolamentati e gestiti accuratamente per evitare di creare ulteriori problemi sociali ed economici.

Insomma, sebbene l'immigrazione possa offrire un aiuto, questa politica risulterebbe dispendiosa, rischiosa e, in ultima analisi, inefficace se non gestita correttamente.

Lasciamo alla politica il compito di trovare soluzioni adeguate per abbassare il tasso di dipendenza, augurandoci di poter godere anche noi della pensione. Magari non troppo tardi.

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